martedì 12 maggio 2009

Quelli che vivono una vita d’amore, senza chiedere in cambio nulla.

Quelli che come me, che possono sembrare amabili, se puntano i piedi, se sono sicuri che quello che vivi si trasforma nel dubbio d’essere il frutto di una occasionale coincidenza, che fa in modo che la libertà e la decenza viene sostituita dall’opportuna scienza di deragliare nell’indecenza di una vita fatta di violenza, che favorisce solo chi colpisce la poetica di un sogno, allora da dolci cantastorie, divengono pistole, da cuccioli e balocchi, vivono accoppando gli occhi di chi pensa solo ai propri tornaconti, e invece di stare a guardar tramonti, salgono sui monti, attrezzano le carezze, trasformandole in violente brezze, utilizzando i propri documenti, le favole e le parole, in pirati e bucanieri, briganti dagli occhi neri, mani pesanti e un futuro fatto di lampi, pronti a colpire l’insaziabile azzeccagarbugli, lo spirito stesso di quella parte dell’uomo, che vuole farti fesso, a costo di morire, di combattere sfinito, di perdere ogni contatto, di bruciare fino all’ultimo distratto, figlio di un mondo basato sul bisogno di nutrirsi a scapito del sognatore, dell’uomo che crede nell’amore, divenendo talmente violento e pericoloso, che si prepara a demolire ogni sporco muretto, alzato a trarre inganno, al buono e generoso.

Ora, ancora son parole.

Non fate che diventino pistole.

Che quello che ci avete fatto, ogni peggior pensiero, del vostro cervello nero, sembrerà una sposa, verginella e pronta ad essere deflorata, fin dentro le sue budella.

A voi, uomini e donne, che pensate solo ai vostri inganni, queste strofe diverranno, LE MILLE E UNA NOTTE, della vostra paura.

danijel Sopralevette II

Quelli della mia età.

Quelli che han visto la musica ed il colore del vento.

Quelli che hanno lottato.

Quelli che si sono dati con tutto se stessi e senza riserve di sentimenti,

e poi era solo una scopata.

Quelli che hanno creduto e seguitano a credere, anche sapendo che per riuscire devi avere un amico boss.

Quelli che il sonno è come un fratello.

Quelli che si buttano a capofitto nelle storie, senza neppure saper di cosa trattano, solo perché hanno visto un profumo, un guizzo.

Quelli che decidono di diventare padri il 25 agosto, e lo fanno come se fosse il solo loro scopo.

Quelli che sognano di scrivere delle nebbie colorate della fantasia sciogliendone il coraggio.

Quelli che il fuoco è meglio della tele.

Quelli che gli viene tolto tutto e ringraziano di poter vedere ancora la luna piena.