giovedì 4 agosto 2011

La Porta

E ci accorgiamo di essere come tanti bambini abbandonati, lasciati da quella mano che ci guidava dolcemente, indicandoci le scelte, e persi brancoliamo nella vita, a tentoni la saggiamo, ed appena ci sembra scorgere un calore, li ci dirigiamo, con le braccia tese, sicuri che lui il calore, saprà cosa si deve fare per vivere, e ci lanciamo a capofitto, come reduci che dopo giorni di arsura, chiusi nella paura, ascoltando una voce, sicuri sia la libertà, corriamo, ci affrettiamo, invece è un altro sopravvissuto che pensa lo stesso di te, e a te si dirige sorridente.
Questo, spesso è l’incontro.
Si guardano negli occhi, muti, senza pensieri, uno di fronte all’altro.
Il cuore impazza, unico suono, per un tempo indescrivibile dove tutta la loro vita scorre come in una moviola muta, ed accelerata dal momento, e tacciono.
Poi, finito di scorrere il passato, si guardano diritti negli occhi, sono gli stessi che hanno visto, quando lavandosi ad una fonte, e bevendo, si sono riflessi un momento, poi distratti dalla strada hanno proseguito.
Ecco, ora quegli occhi sono di fronte a se stessi, e si riconoscono, si abbracciano, sorridono e si dicono, ci siamo al fine ritrovati, ora non ci perdiamo.
E senza dirsi una parola sulla strada che li ha portati ad incontrarsi, stringendosi la mano, si raccontano.
photo e scritto daniele masciovecchio©2011