domenica 31 maggio 2009

COME POTER FAR RUMORE?

COME UN’ANTENNA
Un’antenna viva, sempre alla ricerca di contatto, di quella connessione, che appena nati, abbiamo perso.

Ricordate il primo atto?
Un pianto ininterrotto.
Nasce tutto da quel momento.
Nessuno voleva essere arrestato da quel sonno simile alla morte, dove tutto è perfetto, tutto tace di un solo colore, colmo di un elegante calore, perfettamente senza bisogno.
La musica e la voce, un’inutile protesi, che tutto è collegato da un nastro ovattato, scritto dai nostri infiniti precursori.
PRATICAMENTE PERFETTO!
Chi diamine lo ha detto, che avrei voluto venir fuori?
Cosa credete stia facendo, quando dormo?
Quando mi rannicchio nelle note?
Quando cerco in ogni verso, di trovare il “posto giusto”?
Quando m’abbuticchio d’ inutili parole?
Nasco senza aspetto,
perfettamente, silenziosamente, senza bisogno di colore.
Poi quella dannata luce!
Tutto quel rumore.
Interminabili istanti liquidi, freddi, disuguali.
Occhi orribili, mani sudate, corpi enormi, ombre, paure.
Finalmente un certo calore, non certo quello che ero, piuttosto un dolce contatto, quello che fa si che cerchi disperatamente, in ogni anfratto, il mio opposto.
Un suono, un ritmo convivente,
mi scalda intensamente, fin dentro la mia mente,
e tutto suona nel silenzio, divinamente.
Nulla da cercare,
nessuno da toccare,
niente da esistere,
o da resistere.
Mille vite.
Mille vite son tornate, mille vite vissute, abbandonate, blocchi, pause, intervalli, separate, emigrate, trasferite, in quella ottava dimensione, quella per cui, nel suono trovo il ritmo della passione.
OTTO NOTE.
L’ottava così cercata, era qui, tra le mie dita.

danijel© 2009
L’AQUILA.

Nessun commento: